La Stampa ha intervistato la baby squillo che raccontava ai
clienti di aver 18 anni: "Ho iniziato perché mi andava e poi mi davano
dei soldi. E io potevo permettermi delle cose che altrimenti mi sarei
solo sognata"
Molto scalpore ha destato il giro di prostituzione minorile che ha portato a otto misure cautelari nei confronti di altrettante persone, alcune insospettabili personaggi della "Cuneo bene".
Si prostituiva in cambio di soldi e cocaina nella casa messa a disposizione da un amico.
"Meglio andare con i grandi che con i ragazzini - dice a Lodovico Poletto della Stampa
- Se ci stai con i tuoi coetanei, rischi che, quando tutto è finito,
quelli vadano in giro a sputtanarti con i loro amici. E sai che bella
vita fai dopo. Con i grandi no, questo rischio non c’è. E poi, alla
fine, che c’era di male in ciò che facevo?".
Amici, genitori, fidanzato: nessuno sospettava che la giovane si prostituisse. La ragazza difende i clienti
«Non tirate in ballo quella gente, per favore. Sono tutti delle bravissime persone. Hanno una bella famiglia, un lavoro onesto e importante e con me si comportavano bene. E poi loro che ci potevano fare? Io dicevo che ero maggiorenne. Se hanno commesso uno sbaglio è stato quello di non chiedermi la carta d’identità. Ma per il resto non posso che parlarne benissimo. Mi hanno sempre rispettata. Sempre».Ha paura solo di un uomo, dice ora. "E' l'uomo che le vendeva la cocaina?", le chiede il giornalista della Stampa.
«Chi è non lo dico. E per quanto riguarda la cocaina io non la adopero più. Con quella roba lì ho chiuso per sempre. Non sono andata in comunità per smettere. Ho fatto tutto con l’aiuto degli psicologi».
Ha iniziato per quello a prostituirsi?
«Ho iniziato perché mi andava e poi mi davano dei soldi. E io potevo permettermi delle cose che altrimenti mi sarei solo sognata».
Pentita?
Silenzio.
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