NEW YORK - Uno dei più grandi attacchi al web della storia, che sta
mettendo in seria difficoltà la rete, congestionata come non mai da una
vera e propria invasione di spam. È l'allarme del New York Times.
Alla base dei disguidi per milioni di internauti c'è lo scontro tra un
gruppo che si occupa di combattere gli spam e un provider olandese.
Sull'attacco in corso la polizia di cinque continenti sta indagando.
Lo scontro all'origine dell'attacco è fra la l'organizzazione no profit Spamhaus e la società olandese di hosting Cyberbunker,
che deve il suo nome al proprio quartier generale, un ex bunker della
Nato. Spamhaus, il cui obiettivo è quello di aiutare i provider a
filtrare spam e contenuti indesiderati, ha di recente inserito
Cyberbunker nella sua lista nera, che include server usati per scopi non
proprio chiari.
Cyberbunker critica la decisione e afferma di ospitare qualsiasi
servizio, eccetto quelli «pedopornografici e legati al terrorismo». Da
questo braccio di ferro sono partiti gli attacchi: il primo - denuncia
Spamhaus - il 19 marzo scorso, inondando - come tutti i successivi - i
server di Spamhaus con centinaia di Distributed denial of service, cioè
risposte a richieste false inviate dal sito che si vuole mettere in
condizione di non operare.
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